A partire dal 22 settembre 1792, data in cui fu proclamata la prima Repubblica, in Francia entra in uso il calendario rivoluzionario. Il primo giorno dell’anno venne sostituito dal 1° vendemmiaio, giorno che cadeva, a seconda degli anni, tra il 22 e il 24 settembre del calendario tradizionale, e coincideva con l’equinozio d’autunno.
Adottato per sancire la fine della monarchia e del sistema feudale, fu stilato da importanti studiosi che volevano abolire l’antico calendario considerato frutto di una società antiquata e piena di superstizioni, in un’epoca in cui razionalità e intelletto la facevano da padrone.
La commissione di matematici voleva un sistema di scansione temporale basato sulla natura, sui cicli del raccolto, sul naturale scorrere del tempo e delle stagioni.
Per questo ripresero il modello dell’antico calendario egizio cadenzato da dodici mesi di uguale durata (30 giorni) ai quali si aggiungevano 5 giorni complementari chiamati “Sanculottidi” che non rientravano in alcun mese, ed erano:

17 settembre: Giorno della virtù

18 settembre: Giorno del genio

19 settembre: Giorno del lavoro

20 settembre: Giorno dell’opinione

21 settembre: Giorno delle ricompense

Per un totale di 360 giorni dell’anno

Il 22 settembre: Giorno della rivoluzione veniva festeggiato solo negli anni bisestili.

Ogni mese era indicato con un suffisso diverso a seconda della stagione di appartenenza de ispirati al linguaggio agricolo-meteorologico:

ALE  per i mesi primaverili: germinale, floreale, pratale

IDORO  per i mesi estivi: messidoro, termidoro, fruttidoro

AIO  per i mesi autunnali: vendemmiaio, brumaio, frimaio

OSO per i mesi invernali: nevoso, piovoso, ventoso

Al posto delle settimane, vennero introdotte le decadi, cioè periodo di 10 giorni, per un totale di tre decadi per ciascun mese.

  • Primidì
  • Duodì
  • Tridì
  • Quartidì
  • Quintidì
  • Sestidì
  • Settidì
  • Ottidì
  • Nonidì
  • Decadì

 

In ciascuna decade vi erano 8 giorni e mezzo di lavoro e uno e mezzo solo di riposo assicurato (il pomeriggio del quintidì e il decadì).

Ogni giorno era composto da 10 ore, ciascuna ora da 100 minuti, e ogni minuto da 100 secondi,

ogni ora corrispondeva perciò a 2 ore e 24 minuti dell’orologio classico.

 

Il calendario rivoluzionario, poi, venne abolito per opera di Napoleone Bonaparte dal 1° gennaio 1806 , e fu ripristinato il calendario gregoriano